Rischio clinico
Congregazione Suore dell’Addolorata Serve di Maria
Le buone pratiche
Le Buone pratiche promosse dal Centro Gestione Rischio Clinico della Regione Toscana che adottiamo nella Casa di Cura.
Gestione della relazione e della comunicazione interna e con il cittadino.
La buona pratica identifica i requisiti da attuare per i vari scenari associati alla gestione della relazione con persone che hanno subito un danno alla salute provocato da chi avrebbe dovuto favorirne la guarigione. Elemento fondamentale di queste politiche è la definizione di modalità di gestione della comunicazione degli eventi avversi sia per quanto riguarda la comunicazione interna all’organizzazione sanitaria che quella esterna con il cittadino e l’opinione pubblica.
Prevenzione e il monitoraggio delle cadute dei pazienti.
Le cadute dei pazienti sono un problema estremamente rilevante sia per la frequenza che per la gravità delle conseguenze. Il monitoraggio delle cadute con e senza danno è fondamentale per mantenere un’attenzione costante da parte di tutti gli operatori sul problema, per individuare azioni di prevenzione da intraprendere nell’immediato e nel breve termine, al fine di ridurre le conseguenze sui pazienti e la frequenza degli eventi con danno.
Individuazione e gestione organizzativa del paziente critico.
I pazienti di un reparto di degenza, per le loro condizioni cliniche, possono vivere un’esperienza di deterioramento clinico fino all’arresto cardiaco, il quale è evento tutt’altro che raro essendo accreditati a una incidenza variabile tra il 4 e il 16%. Organizzare la sorveglianza in modo da intercettare precocemente i segni del deterioramento clinico utilizzando uno score di “instabilità “risulta essere l’azione più efficace sulla prognosi dell’ACR in Ospedale.
Migliorare la sicurezza nell’uso dei farmaci dei pazienti in Terapia Anticoagulante.
La Terapia con farmaci Anticoagulanti Orali (TAO) è sempre più diffusa per il trattamento di condizioni cliniche come la fibrillazione atriale, la trombosi venosa profonda, l’embolia polmonare o l’impianto di protesi valvolari cardiache. Farmamemo è un progetto che prevede l’utilizzo di specifici strumenti organizzativi, tecnici e di comunicazione finalizzati alla prevenzione dei rischi associati alla TAO ed a garantire ai pazienti elevati standard di qualità nella gestione della terapia. La buona pratica regionale si pone l’obiettivo di individuare i criteri minimi per garantire la massima qualità di vita ai pazienti nella gestione e nel monitoraggio della terapia.
Prevenzione e il trattamento delle ulcere da pressione UDP.
In diversi Paesi, la riduzione dell’incidenza di Ulcere da Pressione (UDP) è stata identificata come una priorità per gli interventi di miglioramento della qualità dei servizi assistenziali.
La buona pratica regionale identifica i requisiti minimi per il trattamento di questo problema, identificando nella prevenzione l’elemento chiave, prevenzione mirata a stabilire il grado di rischio di ulcera a cui è esposto il singolo paziente con l’obiettivo di pianificare interventi specifici.
Misura e la gestione del dolore.
La valutazione del dolore costituisce la base imprescindibile per un adeguato trattamento.
Per gli operatori sanitari, individuare il tipo e l’entità del dolore in coerenza con la percezione individuale, rappresenta il presupposto indispensabile per combatterlo attuando un adeguato approccio terapeutico. La buona pratica regionale stabilisce i requisiti minimi per la valutazione del dolore nei pazienti ricoverati.
Segnalazione volontaria dei quasi eventi e degli eventi senza danno al paziente.
Il sistema di incident reporting raccoglie le segnalazioni volontarie degli operatori sanitari sugli eventi critici che avrebbero potuto provocare un danno al paziente (eventi senza danno e quasi – eventi). La buona pratica messa a punto a livello regionale prevede che attraverso un’apposita scheda gli operatori sanitari di una struttura possano segnalare ad un operatore facilitatore eventi critici.
Prevenzione degli errori di terapia.
La scheda terapeutica unica (STU) è uno strumento di comunicazione interna che integra in un unico documento tutte le informazioni sul processo terapeutico dei pazienti ricoverati.
La letteratura internazionale evidenzia come l’eliminazione della trascrizione dei dati sia fondamentale per evitare gli errori. La scheda terapeutica unica favorisce la riduzione di tali errori.
Prevenzione del rischio nutrizionale.
La buona pratica relativa alla valutazione e gestione del rischio nutrizionale prevede azioni e strumenti di rilevazione semplici che permettono di valutare il rischio nutrizionale di un paziente e individua azioni da intraprendere per gestire questo rischio.
Prevenzione del Tromboembolismo Venoso.
La malattia tromboembolica venosa (MTEV) è una condizione potenzialmente fatale. La buona pratica è finalizzata a: aiutare il medico ad identificare i pazienti a rischio tromboembolico; razionalizzare e standardizzare i protocolli di profilassi.
Revisione periodica dei casi di mortalità e morbilità.
La “M & M Review” è un’iniziativa di formazione continua in cui il personale si confronta sugli aspetti clinici e gestionali dei casi in esame, ha l’obiettivo principale di mantenere, da parte degli operatori, un’attenzione costante sui livelli di rischio insiti nel sistema attraverso la condivisione delle esperienze individuali.
Analisi approfondita degli eventi gravi che comportano un danno al paziente.
Gli eventi sentinella sono quegli eventi che provocano un danno al paziente o addirittura ne causano la morte. La buona pratica prevede che l’intera organizzazione realizzi un approfondimento che permetta di comprendere cosa e perché è avvenuto, dando risposte chiare al paziente, ai suoi familiari ed alla società civile attraverso i mezzi di comunicazione di massa.
Discussione tra clinici dei casi critici.
La buona pratica prevede l’utilizzo dell’audit clinico per l’analisi di un caso critico in cui sono chiamati a partecipare tutti gli operatori sanitari direttamente coinvolti nell’evento. La discussione è finalizzata a capire cosa e perché è successo e di individuare azioni di miglioramento.
Uso corretto degli antibiotici.
Gli obiettivi di una somministrazione corretta degli antibiotici sono quelli di garantire in ogni caso al paziente il trattamento più sicuro ed efficace e di contenere l’insorgere di resistenze. La buona pratica prevede l’adozione di una procedura organizzativa coerente con questi obiettivi.
Igiene delle mani.
Gli studi internazionali individuano nel corretto lavaggio delle mani un elemento chiave nel controllo delle infezioni ospedaliere. La buona pratica per l’igiene delle mani regionale è finalizzata al miglioramento dell’adesione alla pratica del lavaggio delle mani. Le azioni previste: l’introduzione di un gel lavamani, formazione e diffusione di materiale informativo.
Corretta identificazione del paziente.
Gli studi internazionali individuano fra le buone pratiche per evitare gli errori legati alla non corretta identificazione del paziente, l’introduzione di braccialetti identificativi. La buona pratica regionale prevede l’applicazione di un braccialetto identificativo a ogni paziente, contenente: nome e cognome, data e comune di nascita, codice fiscale.
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